17 settembre 1939 - aggressione dell'URSS alla Polonia

Il 17 settembre 1939 all'alba, l'Unione Sovietica attaccò militarmente la Polonia. In questo modo Stalin mantenne l'accordo segreto di agosto con Hitler (il Patto Ribbentrop-Molotov), che prevedeva un'aggressione congiunta alla Repubblica, l'occupazione e la divisione del suo territorio e la effettiva eliminazione dello stato polacco. Il Terzo Reich e l'URSS diedero così inizio alla Seconda Guerra Mondiale in poco più di due settimane. L'Armata Rossa attaccò la Polonia lungo l'intera frontiera orientale della Seconda Repubblica (oltre 1400 km). L'attacco fu condotto con grande forza su due fronti. Ai polacchi già impegnati dal 1 settembre contro l'esercito del Terzo Reich fu infertta una coltellata alla schiena. La situazione fu ulteriormente peggiorata dalla direttiva del Comandante Supremo maresciallo Edward Rydz-Śmigły di evitare scontri con le unità sovietiche e di ritirare le truppe dell'Esercito Polacco in Romania e Ungheria. In Polonia iniziò l'occupazione sovietica, che presto portò al genocidio a Katyn e alle massicce deportazioni dei polacchi verso est. Inoltre, questa data segna l'inizio simbolico della perdita permanente delle Regioni Orientali e della privazione dell'indipendenza della Repubblica per diversi decenni a venire.
Il 17 settembre 1939 all'alba, l'Unione Sovietica attaccò militarmente la Polonia. In questo modo Stalin mantenne l'accordo segreto di agosto con Hitler (il Patto Ribbentrop-Molotov), che prevedeva un'aggressione congiunta alla Repubblica, l'occupazione e la divisione del suo territorio e la effettiva eliminazione dello stato polacco. Il Terzo Reich e l'URSS diedero così inizio alla Seconda Guerra Mondiale in poco più di due settimane. L'Armata Rossa attaccò la Polonia lungo l'intera frontiera orientale della Seconda Repubblica (oltre 1400 km). L'attacco fu condotto con grande forza su due fronti. Ai polacchi già impegnati dal 1 settembre contro l'esercito del Terzo Reich fu infertta una coltellata alla schiena. La situazione fu ulteriormente peggiorata dalla direttiva del Comandante Supremo maresciallo Edward Rydz-Śmigły di evitare scontri con le unità sovietiche e di ritirare le truppe dell'Esercito Polacco in Romania e Ungheria. In Polonia iniziò l'occupazione sovietica, che presto portò al genocidio a Katyn e alle massicce deportazioni dei polacchi verso est. Inoltre, questa data segna l'inizio simbolico della perdita permanente delle Regioni Orientali e della privazione dell'indipendenza della Repubblica per diversi decenni a venire.
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